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Mandato di arresto europeo: la Corte di Cassazione indica le modalità di svolgimento dell’istruttoria al fine di evitare la violazione dell’art. 3 della CEDU
1 settembre 2016
La Corte di Cassazione, VI sezione penale, recependo quanto enunciato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la nota sentenza del 5 aprile 2016 in relazione alla necessità di accertare se nello Stato richiedente la persona colpita da mandato di arresto europeo possa o meno subire un trattamento carcerario inumano e degradante in violazione dell’art. 3 della CEDU, ha indicato in modo meticoloso la procedura che le Corti di Appello dovranno seguire nel compimento dell’istruttoria supplementare, predisponendo la tipologia della informazioni da richiedere all’Autorità Giudiziaria che ha emesso il mandato restrittivo nonché la tempistica dell’invio delle stesse e le modalità di valutazione delle informazioni ricevute sulla base dei principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. L’allegata sentenza n. 25423 del 14 giugno 2016 conferma l’orientamento iniziato con la sentenza 23277 del 1 giugno 2016.
Avv. Walter De Agostino